Daniele De Rossi sta cambiando la Roma nel profondo. I primi accorgimenti dal punto di vista tattico sono con Lukaku e Paredes.
Daniele De Rossi torna a parlare di sport. A Roma si rimette al centro il calcio giocato. Le conferenze stampa prima delle partite sono diverse rispetto al passato: il comportamento tattico riprende a essere protagonista. Si parla della gara o dell’atteggiamento avuto in campo, a seconda delle situazioni.
DDR ha le idee chiare, vuole fare il massimo per restare e i giocatori lo stanno assecondando. Con Mourinho nello spogliatoio si era rotto qualcosa, De Rossi può aggiustarlo. 5 vittorie e una sconfitta finora. Un ruolino abbastanza convincente, ma ancora non è nulla. La vera novità non sono tanto i risultati ma la tattica: palla veloce, scambi armonici, massimo due tocchi.
La cura De Rossi funziona
Si torna a giocare a tre, anche se qualche volta in attacco si è tentati dall’unica punta. Qui veniamo al discorso Lukaku: un uomo che con Mourinho rendeva in un modo, con De Rossi rende in un altro. C’entra la stanchezza, ma non è solo questo. Big Rom – come lo chiamano sin da prima dei tempi dell’Inter – si sente smarrito, spesato, a tratti fuori posto.
Insieme a De Rossi sta cercando di risalire la china, ma non è facile. Lukaku corre e aspetta di capire come tornare a segnare. Intanto De Rossi lo rincuora: “In allenamento è perfetto. Anche se è meno felice mi sta dando tutto”, un modo come un altro per dare un segnale di tutela. Il mister dalla parte dei giocatori. Lo stesso vale con Leandro Paredes, uno che con Mourinho giocava con il freno a mano tirato.
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L’esempio Lukaku e Paredes
DDR lo ha fatto rinascere: “Gli sto chiedendo di essere più cinico, più dritto rispetto al passato. Lo sta capendo perchè è una spugna, recepisce subito. Quasi immediatamente”. È una nuova Roma che sembra essere tornata al passato (non recente). De Rossi ha rimesso tutti al proprio posto, compreso lui, che non sembra star meglio da nessun’altra parte. Se non sulla panchina giallorossa.