Daniele De Rossi e Big Rom. Un rapporto, quello tra il belga e DDR, che potrebbe continuare: entrambi ora possono restare.
Di rinnovo è vietato parlare, l’ha detto De Rossi immediatamente dopo il successo di Brighton. Questa Roma a trazione DDR però funziona ed è inutile negare che il rinnovo di contratto all’ex centrocampista, ora allenatore, può arrivare. I Friedkin ci stanno seriamente pensando, anche se non lasciano trapelare niente.
De Rossi si è conquistato ancor di più l’affetto e i consensi del pubblico. Una piazza che non lo avrebbe criticato a prescindere, ma se la Roma gioca sempre sul velluto, DDR da “eterno vanto” – come lo definiscono in Curva Sud – può diventare sicurezza in panchina. Forse già lo è perchè a Roma idee così – applicate al calcio giocato – non si vedevano da tempo. Almeno 5 mesi. L’ultimo periodo di Mourinho a Trigoria che, di Special, a guardare soltanto i risultati, aveva ben poco.
De Rossi, tutto su Lukaku
De Rossi, da quando è arrivato, ha perso una sola volta. I risultati servono, ma occorre vedere come ha cambiato lo stato dei giocatori. Adesso tutti vogliono giocare, senza risparmiarsi, e hanno trovato una condizione che forse prima non avevano: è solo questione di testa. E qui torna di moda un altro discorso che può diventare sempre attuale: la mente del campione.
De Rossi in panchina, Lukaku in campo. Sono fatti della stessa pasta e si capiscono a memoria: Big Rom sembrava destinato ad andare via, ma le cose potrebbero essere cambiate. Il belga è di proprietà del Chelsea, ma a Roma sta bene: l’ha fatto capire a più riprese. Ora la parola passa al mercato: un’operazione da 60 milioni di euro.
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Il belga può restare
35 per il cartellino e 12 di stipendio. 47 milioni totali più i diritti d’immagine. Un capitale di partenza piuttosto importante: De Rossi vorrebbe tenerlo. Se la Roma decide di trattenere DDR, allora può restare anche Lukaku. Potrebbe essere questo il primo regalo dei Friedkin a DDR che, a quel punto non sarebbe più soltanto un traghettatore, ma diventerebbe quello che per la Roma e i romanisti è sempre stato: una certezza.